Progetti

Il teatro che fa la differenza! 2015 – a Trieste

Alfabetizzazione emotiva

La seconda edizione de Il teatro che fa la differenza! è andata in scena nel dicembre del 2015, dopo una prima edizione in cui si era costruito un percorso volto a porre le basi della conoscenza della lingua dei segni. Il numero di richieste per prendere parte al progetto è cresciuto sensibilmente. Nuovi partecipanti si sono aggiunti senza difficoltà al nucleo della prima edizione, confermando che le condizioni per proseguire un percorso aggregativo erano state create. In breve tempo il nucleo iniziale è diventato un gruppo aperto e in continua espansione.

La lingua dei segni è talvolta iconica e ha una potente capacità espressiva. Ciò è evidente soprattutto nei segni che esprimono le emozioni. Sono stati definiti così i termini per dare espressione ai sentimenti in un lavoro sulla comunicazione in sinergia con un percorso di alfabetizzazione emotiva. Ho pensato che potesse essere stimolante interpretare i testi tragici, ricchi di pathos ed efficaci a innescare un meccanismo di immedesimazione. I segni orientano l’intensità dell’azione e diventano un veicolo per esprimere anche il modo in cui ci si relaziona. Il corpo e la sua espressione sono dipendenti dal passato di ciascuno di noi: i movimenti coinvolgono il vissuto stesso degli interpreti.

Ho scelto dei brani tratti dal Prometeo Liberato di Eschilo, da Antigone e da Edipo Re di Sofocle e da Medea di Euripide, per arrivare a Riccardo III di Shakespeare e a testi più moderni come Sei personaggi in cerca d’autore di Pirandello.

Il laboratorio è stato in grado di stimolare riflessioni su grandi temi dell’umanità, cari ai Greci, come la giustizia, il dolore, la dignità, il possesso, la vendetta, il potere e l’assoggettamento. Sono argomenti che si ripetono nella storia e che sono sempre attuali, soprattutto quando si riflettono nelle dinamiche violente della contemporaneità, come nei fenomeni di bullismo e di femminicidio.

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