Biografia

Ricostruiamo i fatti

Sono un attore palermitano, teatroterapeuta in formazione, ex fumatore, amante delle uova fritte, tecnico della lingua dei segni italiana, cultore della lingua dei segni britannica, aspirante alla conoscenza di tutte – o quasi – le lingue dei segni, appassionato di geografia, invidioso dell’elasticità e della coordinazione del team italiano di Ginnastica Ritmica.

Soldi permettendo, da sempre mi piace tanto viaggiare. Tant’è che a 19 anni appena compiuti decido di raggiungere Bologna in treno (nel 2002 non c’erano ancora le compagnie aeree a basso costo) per iscrivermi al Corso di Laurea in Astronomia; il problema è che, essendo nato sotto un segno d’aria – Gemelli, ovviamente – , dopo poco tempo chiedo il trasferimento nello stesso corso all’università di Padova, dove però decido di interrompere gli studi dato che, spinto da un inspiegabile bisogno di cambiare città ancora una volta, mi rendo conto di non avere, almeno in Italia, altre università papabili in cui continuare gli studi di Astronomia.

Questa interruzione forzata è stata, in realtà, la mia grande fortuna perché mi ha permesso di trovare serenità e soddisfazione a Venezia, dove decido di frequentare il Corso di Arti Visive e dello Spettacolo. Tra i miei docenti, che ricordo con grandissimo affetto, ci sono Massimo Magrì, Claudio Longhi, Luca Fontana, Karina Arutyunyan, Stefano Arienti, Klaus Obermaier, Lino Guanciale, Fabrizio Matteini, Luigi Dall’Aglio e Guido Guidi. Nella laguna si compie la mia illuminazione: comprendo che la mia passione per il teatro può e deve essere espressa. Così, con la dose giusta di coraggio, dopo una tesi di laurea in Regia tento di continuare gli studi artistici.

Dopo aver provato a superare le selezioni all’Accademia nazionale d’arte drammatica “Silvio D’Amico” e alla scuola del Teatro Stabile di Genova, mi rendo conto che dovevo cambiare il monologo di presentazione. Magistralmente, con la parte di “Clarence” tratta dal Riccardo III di Shakespeare e cantando “Azzurro” di Adriano Celentano riesco ad accedere all’Accademia teatrale Città di Trieste.
Realizzando quanto a nord-est la vita mi stesse gradualmente portando, ho temuto che la mia carriera dovesse prima o poi continuare in Russia, ma, a guardare i fatti, questo è lontano dal compiersi. Almeno per ora.

Invece mi fermo a Trieste dove ho la possibilità di lavorare con artisti di indiscussa esperienza come Ariella Reggio, Giuseppe Emiliani, Antonio Salines e altri. Salvifico, direi, è l’incontro con Francesco Macedonio con cui instauro un rapporto di grande stima finché n’è stata data possibilità. Ad oggi faccio parte della compagnia de “La Contrada – Teatro Stabile di Trieste”, dove lavoro soprattutto nella sezione dedicata al Teatro Ragazzi. Partecipo allo spettacolo “Inferno” di Romeo Castellucci, ritorno a Venezia per prendere parte a tre performance dell’artista Dora Garcia all’interno del padiglione spagnolo durante la 54° Esposizione Internazionale d’Arte della Biennale, nel 2015 partecipo al cortometraggio SEA-ME-WE dell’artista francese Virgile Fraisse e nel 2018 al cortometraggio DUE PENNELLATE, vincitore della prima edizione di “Take care al cinema” diretto da Diego Cenetiempo e prodotto dalla Casa del Cinema Trieste.
Ed eccoci alla lingua dei segni.

Per diversi anni sono stato attratto dalla LIS e così nel 2012 la curiosità è tale che decido di cominciare un corso per imparare questa misteriosa lingua. Questo è un momento molto importante per la mia vita perché apprendo le difficoltà che vivono quotidianamente le persone sorde, capisco il ritardo culturale che vive l’Italia e decido di contribuire artisticamente al miglioramento della condizione della persona non udente.

In poco tempo mi sensibilizzo su più fronti e così, contando sui finanziamenti del Comune di Trieste, su quelli dell’Azienda sanitaria n°1 triestina, sull’IPASVI e sul teatro stabile per cui lavoro, ideo e realizzo la prima edizione de IL TEATRO CHE FA LA DIFFERENZA!.
Questo progetto nel 2016 approda alla sua terza edizione e nel 2017 viene realizzato anche a Siracusa per due edizioni consecutive.

Influenzato dall’esperienza incredibile vissuta in Inghilterra nell’estate del 2016, quando ho ottenuto la qualificazione del primo livello della lingua dei segni britannica, decido di diventare anche un teatroterapeuta in formazione presso la scuola Artedo, unica in Italia certificata CEPAS.

Stimolato dai nuovi studi e vincendo il bando comunale “Devianza 2017”, concepisco IL TEATRO CHE FA IL SUO DOVERE! che vede la sua prima rappresentazione a dicembre del 2017. E’ un progetto fortunato che viene adattato sia nel 2018 che nel 2019 per gli studenti dell’Università degli Studi di Catania e successivamente anche per gli alunni della scuola media del comune goriziano di Gradisca d’Isonzo.

Nel 2018 concludo regolarmente il secondo dei tre anni per ottenere il diploma in teatroterapia e vengo invitato ad esibirmi al XVI Congresso annuale sulle Arti Terapie presentando una performance che affronta il tema della fiducia. Nello stesso mese decolla IL TEATRO CHE TESTO! che termina con una dimostrazione finale a febbraio del 2019.

E ora? Chissà.. Di certo non starò con le mani in mano, ma è garantito che le mie mani saranno sempre ben in vista.

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