Il teatro che fa la differenza! parla di teatro, di disabilità, di promozione della salute nell’anziano, di integrazione con soggetti immigrati e soprattutto anche con persone che non rientrano in queste categorie. E’ proprio l’eterogeneità del gruppo che da valore all’esperienza. Mi sono documentato a lungo per capire come avrei potuto strutturare il progetto e la prima cosa che mi è saltata all’occhio è che i progetti di integrazione, in genere, lavorano per gruppi di soggetti. Non è difficile trovare in rete rispettabili e stimabili gruppi di lavoro che prevedano l’inserimento di soggetti considerati “fragili”. Ho pensato quindi di unire più realtà e creare un’attività che prevedesse la partecipazione di attori non professionisti con disabilità e della terza età insieme ad attori professionisti, ma anche insieme a chi non appartenesse a nessuna di queste categorie. Insieme. Tutti insieme.
La particolarità di questo progetto è che non vi è mai stata alcuna selezione.
È aperto a tutti, anzi… deve essere aperto a tutti. Facendo così l’integrazione è totale e ognuno ha la possibilità di esprimere la propria esperienza e le proprie qualità. Nel mio mondo non c’è bisogno di inserire attori professionisti che si facciano protagonisti della loro esperienza nell’ingenua convinzione di alzare il livello dello spettacolo, né persone con disabilità che debbano superare il test delle doti sceniche. Il mio palco è un mondo aperto alle imperfezioni creative, è uno spazio democratico. Per questo non voglio mai conoscere i partecipanti prima dell’incontro ufficiale. Questa è una sfida vinta per davvero.
Per allontanare il rischio di concentrarsi sulle difficoltà personali dei partecipanti, buona parte del percorso prevede l’utilizzo dei segni così da condividere tutti insieme una nuova esperienza dallo stesso livello di partenza.
In questo modo la magia è servita: da un lato viene diffusa la LIS (che in Italia purtroppo non è ancora una lingua ufficiale) e dall’altro, attraverso i segni, si superano le paure e le timidezze perché nel silenzio si trova il coraggio per esprimersi. Con questo originale strumento comunicativo, che stimola la fantasia e consente l’elaborazione di un vocabolario universale, la socializzazione tra i membri della compagnia si è sviluppata in un modo diverso da quello comune.
Il teatro che fa la differenza! è un gioco di parole e durante lo spettacolo le parole giocano a diventare segni. Si ripercorrono alcune tappe della storia della lingua dei segni, mostrandone le caratteristiche e sfatandone i miti. Uno stimolo che fa venir voglia di avvicinarsi alla cultura sorda.
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