Progetti

Il teatro che fa il suo dovere! 2018 – a Catania

Foto della prima scena "Il teatro che fa il suo dovere!" - a CataniaIl progetto teatroterapeutico IL TEATRO CHE FA IL SUO DOVERE! – a Catania è stato realizzato tra i mesi di maggio e ottobre 2018. Gli incontri, per un totale di 32 a cadenza settimanale, si sono tenuti presso il cortile interno del CinAP, dove il lavoro ha lentamente preso forma fino alla realizzazione di due rappresentazioni teatrali conclusive. Il primo spettacolo è stato messo in scena nell’auditorio Giancarlo De Carlo, all’interno del suggestivo Monastero dei Benedettini, il 26 ottobre 2018; il secondo spettacolo si è svolto nel Cortile interno del CInAP il 30 ottobre 2018.

Ricca la partecipazione del pubblico che ha potuto assistere alle caratteristiche salienti del percorso in cui teatroterapia, linguaggio dei segni e denuncia sociale si sono intrecciati in una sinergia di suoni, immagini e colori d’atmosfera, toccando il cuore dei presenti e accompagnandoli in un viaggio di riflessioni intorno ai molti drammi che spesso si spendono intorno a noi, senza dare nell’occhio, tra la routine e l’inconsapevolezza della quotidianità.

Il progetto ha puntato al coinvolgimento di un gruppo misto che potesse garantire le caratteristiche di inclusione, socializzazione e percorso di scambio.

Il percorso ha previsto tre moduli. Il primo si è basato sulle tecniche dell’arte attoriale attraverso una serie di esercizi ispirati al modello della teatroterapia su base corporeo-relazionale al fine di conoscersi e riconoscersi: giochi interattivi sull’utilizzo della voce e del corpo, che fossero alla base di una presa di coscienza maggiore relativa alla testimonianza scenica di cui ogni essere vivente è portatore. A conclusione di questo primo modulo sono stati raggiunti gli obiettivi che consentono il passaggio verso l’arte dell’espressività corporea, al di là della verbalità, per dare spazio ad esercizi di lettura e focalizzare l’attenzione sul significato e sulla scelta delle parole scritte, affinché ci si allenasse ad individuare l’emozione, lo stato sociale e il carattere dei personaggi.

Nel secondo modulo del laboratorio ci si è orientati verso tre direzioni: incoraggiare la relazione e lo scambio tra i partecipanti, porre le basi per far conoscere meglio il patrimonio italiano della lingua dei segni, riflettere sui temi dei diritti civili e dei doveri inderogabili dell’uomo, della libertà e della censura, e le conseguenze che talvolta seguono alla personale interpretazione da parte di chi vi si appella o intende applicarli (libertà di religione, di informazione, di comunicare in segretezza, di circolare, di pensiero, diritto di denuncia e di voto, il dovere di fedeltà alla patria e al lavoro). Si è andato via via stagliando un orizzonte in cui la trama letteraria è stata gradualmente costruita, intrecciandosi al testo di alcuni articoli della Costituzione e ad alcune fonti di diritto dello Stato Italiano. I testi sono stati scritti, scelti e rielaborati dai partecipanti rendendo così indispensabile la loro partecipazione attiva.

Il terzo e ultimo modulo è stato quello più propriamente teatrale. Sono stati realizzati dei video e scelti i costumi per l’esibizione finale, e durante le prove i partecipanti hanno raggiunto uno degli obiettivi più importanti: saper gestire il palcoscenico coordinando la lingua dei segni con quanto è stato appreso e sperimentato con le tecniche teatrali nei moduli precedenti.

I risultati del laboratorio sono stati pienamente aderenti agli obiettivi preposti: in primo luogo, costituire un gruppo omogeneo con finalità condivise, ma anche raggiungere una qualità artistica arricchita dall’utilizzo della lingua dei segni, con grande attenzione al benessere psicofisico dei partecipanti attraverso la valorizzazione delle proprie competenze; in seconda istanza, essere in grado si gestire il palcoscenico attraverso l’utilizzo della lingua dei segni, attraverso il benessere dato dall’integrazione tra i partecipanti, dalla comprensione e l’assimilazione delle tecniche teatrali; last but not least, conoscere i diritti e i doveri civili, economico-sociali e politici garantiti dalla Costituzione Italiana, e realizzare un percorso identitario sia per ogni singolo partecipante che di gruppo.

Il percorso ha preso forma in sinergia con i valori promossi dalle attività del CInAP dell’Università di Catania, ovvero promuovere azioni e servizi quotidiani per gli studenti e la cittadinanza. A conclusione del progetto IL TEATRO CHE FA IL SUO DOVERE! – a Catania posso affermare con soddisfazione che anche questa esperienza è stata la prova di come l’integrazione abiti la dimensione della partecipazione attiva ad un progetto anche espressivo, che, più che definire i campi delle disabilità, sottolinea invece il valore delle abilità e delle differenze come campo di arricchimento personale e stimolo per una crescita individuale e collettiva.

Photo credit: Lucia Montesano

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